La tua stufa-caminetto fa fumo? 3 semplici regole (+1) per evitare che la tua casa diventi un affumicatoio!

Tema molto sentito in diverse abitazioni riscaldate da stufe o caminetti è quello dell’odore di fumo che spesso rende invivibile l’ambiente instaurando un odio viscerale con il proprio apparecchio a legna.

Finestre spesso aperte, divani e tende che puzzano e vergogna ad accendere la stufa-camino in presenza di ospiti sono solo alcuni dei disagi provocati dal fumo che fuoriesce dal focolare ogni qualvolta si apre lo sportello per rabboccare la camera di combustione di legna.

Vogliamo parlare di quanto possa essere nocivo sul lungo periodo respirare le esalazioni di fumo del nostro caminetto (o stufa)… soprattutto per i più piccolini? Direi che non serve approfondire oltre…

Con questo scritto intendo fare chiarezza sui diversi motivi per il quale può accadere questo spiacevole e spesso pericoloso fenomeno nonché aiutare le persone che si sentono colpite da questa piaga a risolvere il problema (ove possibile) con interventi semplici e spesso poco invasivi.

Come consulente tecnico per la progettazione di nuove stufe ad accumulo non di rado sono chiamato a sostituire vecchi apparecchi come caminetti aperti, caminetti chiusi o stufe più o meno datate proprio per migliorare la situazione di comfort del calore e abbattere drasticamente i consumi di legna.

Una delle frasi che con più frequenza accompagna le mie riunioni con i miei clienti è questa:

“Sono stufo della legna perché sporca e mi fa un sacco di odore in casa. Per questo sono indeciso/a se passare al Pellet”.

Posto che ho già scritto diversi articoli dove spiego dettagliatamente che non è la legna a sporcare casa ma il calore convettivo spinto dalle ventole che genera ingenti quantitativi di polvere bruciata (anche con le stufe a pellet), oggi vorrei invece concentrarmi sull’odore di fumo a cui queste persone fanno riferimento quando mi raccontano la propria negativa esperienza passata.

Per facilità di comprensione ho pensato di riassumere le diverse problematiche che causano questo annoso problema in 3 categorie e (per quel che mi è possibile fare in un articolo di Blog) cercherò di proporne le possibili soluzioni. Ciò non toglie che è sempre consigliato il parere in loco di un tecnico esperto o di uno spazzacamino.

Ecco perché la tua stufa/caminetto sbuffa fumo nel tuo soggiorno

Spesso ci si dimentica che la nostra stufa-caminetto è un vero e proprio IMPIANTO di riscaldamento e come tale è costituito da diversi componenti oltre alla sola camera di combustione dove vedi bruciare la legna.

Infatti, quando mi capita di dare assistenza a clienti che lamentano questo fastidioso problema la prima cosa che analizzo sono i singoli componenti dell’impianto che…. guarda un pò… sono proprio i 3 motivi per i quali con maggior frequenza risultano esserne la causa.

Inoltre c’è sempre un 4° elemento variabile ma di fondamentale importanza che potrebbe contribuire a risolvere o accentuare questa problematica… continua a leggere e scoprirai quanto può essere facile vivere serenamente il tuo focolare senza “impuzzare” la tua casa.

1 – LA CANNA FUMARIA: le dimensioni contano eccome!

Ogni apparecchio funzionante a biomassa (stufe e camini a legna o pellet) è dotato (o quanto meno dovrebbe esserlo) di una canna fumaria che scarica i fumi “a tetto”. Premesso che, in fase di installazione dovrebbe sempre essere rispettato il diametro del tubo minimo consigliato dal produttore dell’apparecchio, non sempre invece viene rispettata l’altezza minima per avere un buon tiraggio naturale.

Il tiraggio naturale della canna fumaria non è altro che la depressione che si viene a creare all’interno del condotto fumario quando vengono espulsi i fumi caldi dell’apparecchio (dato che viene espresso con l’unità di misura Pascal) e che ne provocano la fuoriuscita dal comignolo.

Ecco, ciò che sto scrivendo non è del tutto scontato soprattuto in alcune circostanze che, se non rispettate, possono dar luogo ad un “cattivo tiraggio” e ad una maggiore stagnazione dei fumi in camera di combustione e la conseguente fuoriuscita degli stessi nel momento di apertura della porta del focolare.

Le variabili possono essere le seguenti:

  1. Altezza della cana fumaria insufficiente
  2. Comignolo troppo basso rispetto al colmo del tetto
  3. Presenza di edifici o alberi molto vicini al comignolo

In ognuno di questi casi si verificherà il problema di una drastica diminuzione del tiraggio della canna fumaria (soprattutto in fase di accensione) e quindi del valore espresso in Pascal che ne attesta la depressione nel condotto fumario.

Come ovviare a questo problema?

In alcuni casi è sufficiente alzare il comignolo di 50/70 cm, in altri di tagliare le piante troppo vicine ed in altri bisogna proprio intervenire sulla struttura finale della canna fumaria per poter consentire un maggiore tiraggio.

Quello dell’altezza della canna fumaria e nello specifico del tratto finale del comignolo è effettivamente uno dei problemi più frequenti che incontro in casi di cattivo tiraggio.

Per inciso do per scontato che venga effettuata con accuratezza la manutenzione annuale della canna fumaria perché è ovvio che una canna fumaria ostruita dalla fuliggine possa diminuire se non bloccare completamente il tiraggio! (Per approfondimenti vedi questo articolo)

2 – LA PRESA D’ARIA: senza ossigeno si muore, anche il fuoco!

Ecco un altro motivo per il quale può capitare di ritrovarsi la casa piena di fumo. Ogni focolare, che sia una stufa, un caminetto chiuso o aperto necessita di questo fondamentale elemento: la presa d’aria.

Essa garantisce il corretto e continuo apporto di aria fresca alla combustione della legna. Senza questo elemento o in caso di scarsità la combustione non può essere completa e quindi si crea un grande squilibrio anche nel tiraggio della canna fumaria con conseguente uscita di fumo in casa.

La presa d’aria può essere collegata direttamente all’apparecchio tramite una canalizzazione dall’esterno oppure può essere creata praticando un foro su una parete esterna nelle vicinanze dell’apparecchio. Il diametro di questo foro dev’essere almeno di diametro 120 mm se non più grande (vedi prescrizioni del costruttore e normativa UNI10683, in alternativa chiedi consigli ad un installatore abilitato).

Mai sottovalutare l’aspetto della presa d’aria poiché potrebbe essere di vitale importanza anche nel caso in cui attivassi una cappa-cucina nelle vicinanze del focolare. Il monossido di carbonio può intossicare e uccidere una persona nel giro di poche ore.

3 – LA STUFA-CAMINETTO: il motore del tuo impianto va pulito

A prescindere dal tipo di apparecchio che stai utilizzando la tua stufa-caminetto è il motore principale del tuo impianto. A meno che non ti abbiano rifilato una SOLA… dovresti avere un apparecchio certificato CE e/o collaudato secondo le normative vigenti, quindi do per scontato che il suo funzionamento, se posto nelle giuste condizioni (vedi punto 1 e 2), sia perfetto.

Ma… c’è sempre un MA… anche il motore ha bisogno della sua manutenzione.

Cassetto ceneri, griglia, guarnizioni dello sportello, giro fumi hanno bisogno di essere puliti o di manutenzione periodica in quanto sono tutti elementi che incidono sul corretto tiraggio dell’impianto. A volte la semplice sostituzione di una vecchia guarnizione secca o bruciata può cambiare significativamente la depressione in canna fumaria.

Nelle stufe ad accumulo, ogni 4-5 anni andrebbe fatta la pulizia dei canali da fumo in quanto possono ostruirsi di fuliggine soprattutto se si utilizza legna umida.

E… dulcis in fundo… proprio della legna ora ti parlerò. Si perché proprio la legna è il 4° ed ultimo elemento fondamentale per il corretto funzionamento del tuo impianto.

4 -LA LEGNA: sempre asciutta e mai a ciocchi interi!

Sembrerà una banalità ma questo è il problema più frequente che causa cattivo tiraggio e fumo in casa. Hai presentie gli affumicatoi dove si affumicano i salumi o il pesce? Ecco, alcune case ricordano questo odore solo ed esclusivamente per colpa della tipologia di legna bruciata nella stufa-caminetto.

Se ti può interessare ho dedicato un intero articolo a questo tema e se ci tieni davvero alla tua stufa-caminetto, ad avere una casa pulita e profumata anche quando il fuoco è acceso e soprattutto all’inquinamento dell’aria al quale la tua stufa-camino può contribuire, puoi leggerlo qui!

La legna andrebbe sempre fatta essiccare almeno 2 anni già spaccata! Qualsiasi essenza di legna!

Lascia perdere i tecnicismi sul fatto che una essenza essicca prima di un altra, che si tagli a febbraio o in estate… ok ci può stare… ma tu non sei un boscaiolo. Procurati sempre legna secca e non avrai mai problemi di fumo in casa.

Inoltre procurati legna che sia sempre spaccata. Non bruciare mai il “ciocco” intero avvolto dalla corteccia poiché quel pezzo di legna molto probabilmente contiene ancora molta acqua, anche se lasciata all’aperto 2 anni. Ricordati che la corteccia protegge l’albero e non ne fa disperdere l’acqua presente al suo interno.

Anche la pezzatura è importante! Non bruciare ciocchi troppo grandi poiché ricordati che la legna essicca ca. 1-2 cm all’anno (su tutti i lati ovviamente)…. La pezzatura ideale non dovrebbe superare 8-10 cm.

E soprattutto togliti quel brutto vizio di strozzare l’aria della stufa-camino buttandoci sopra un ciocco intero da 14 Kg sperando di trovare le braci ancora accese dopo 12 ore. (questo sistema può funzionare correttamente solamente con apparecchi moderni dotati di tecnologia di “gassificazione”)

E’ un brutto vizio ed anche pericoloso poiché potrebbe causare l’interruzione del tiraggio della canna fumaria nonché l’emissione di monossido di carbonio in casa (magari mentre stai dormendo)!

LE STUFE AD ACCUMULO danno gli stessi problemi?

Posto che i punti 1 e 2 dovrebbero sempre essere rispettati quando si progetta l’installazione di un qualsiasi impianto (anche per le stufe ad accumulo), i punti 3 e 4 invece variano significativamente in funzione dell’apparecchio installato (sulla legna varia anche il buon senso dell’utilizzatore purtroppo).

Le “vere” stufe ad accumulo per loro natura restano spente per oltre 12 ore al giorno e di conseguenza abbassano notevolmente la possibilità di fare fumo in casa durante i ricarichi di legna.

Le “vere” stufe ad accumulo hanno necessità di bruciare “a fuoco vivo” per 2-3 ore con al massimo 2-3 riaperture dello sportello e necessitano di legna “ben secca” per sviluppare le alte temperature di cui hanno bisogno per riscaldare la propria massa.

Ripeto, sempre che vengano rispettati i punti 1 e 2 durante la progettazione (ovvero sul corretto dimensionamento della canna fumaria e della presa d’aria), con una “vera” stufa ad accumulo si abbassano drasticamente le variabili di natura umana sulla possibilità che la stufa faccia fumo e renda invivibile la tua casa per la puzza! Questo è un vantaggio non da poco che solo chi già possiede una stufa ad accumulo ti potrà confermare.

Ma cosa sono e come funzionano le “vere stufe ad accumulo”? Scoprilo qui!

Per oggi è tutto. Spero di averti dato qualche buon consiglio per migliorare la tau situazione attuale e nel caso avessi bisogno di una consulenza personalizzata mi puoi contattare qui.

Alla prossima…

Valerio Silvestri

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