La legna da ardere inquina per davvero? [forse non tutti sanno che…]

Comincio subito nel tranquillizzarti che questo non sarà un articolo che parla di PM10/5/2 e via dicendo, monossido di carbonio, aggregazioni chimiche in atmosfera o altre cose di questo genere, poiché se sei davvero interessato a questi dati (e sinceramente non ti invidio) ti svelo che sono reperibili sui siti di regione Lombardia, Arpa ecc. ecc…

Ti avviso anche che le centraline che rivelano e registrano questi dati, sono di proprietà di questi enti e quindi saprai solo da loro ciò che vogliono farti sapere, per esempio che le stufe inquinano più delle automobili, e ovviamente lo faranno (e lo hanno già fatto) informandoti tramite un bel titolone in grassetto sul giornale o in un breve servizio televisivo (che fa ancora più effetto).


.. e pensare che credevo che l’uomo si fosse evoluto con il fuoco… che il fuoco fosse nostro amico… utilizzato da millenni per riscaldarci, per difenderci, per illuminare… sono proprio un povero illuso!

Insomma ci dicono che: stufe e camini inquinano!!!

I forni delle pizzerie? peggio ancora..

I fuochi di sterpaglie in campagna e valli invece, non pervenuti … cosa!?!?!??!
Esatto, non pervenuti!! Curioso anche questo, ma andiamo avanti….

Caso vuole che i comuni più colpiti da questo male (altissimi livelli di polveri da combustione di legna e pellet) in Lombardia sono sull’asse A4, autostrada Milano-Brescia… e soprattutto la città di Milano, che è notoriamente la metropoli dove il riscaldamento a legna è più diffuso … ehm ehm… (ci vogliamo credere per davvero??????)

Invece, i comuni in montagna, dove effettivamente il riscaldamento a legna è tradizionalmente “di casa”, non sono affetti da questo male!!!

Accidenti, il mistero si infittisce!

Detto ciò, vi sto già dando la mia umile e sicuramente discutibile opinione sulla questione… ovvero che questa montatura sollecitata dalle lobby del gas e del petrolio è la classica bugia dalle gambe corte, che nel breve o lungo periodo sarà inevitabilmente smascherata!!

Mi sembra strano che se le politiche eco-friendly mondiali incentivano i combustibili cosi detti RINNOVABILI (legna, vento , sole, ecc..) , le politiche italiane da una parte ti incentivano con conto termico e detrazioni fiscali, e dall’ altra ti dicono:

<<ATTENTO!!  Stai inquinando se accendi la stufa!!!>>

Comunque.. non è di questo che voglio parlarti


Insomma , la nostra stufa a legna (o pellet) inquina o no?
Ci fa ammalare di malattie del sistema respiratorio? 

La risposta è NI !!

Anche su questo tema ho scoperto di recente studi fatti in Inghilterra e Germania che spiegano in maniera scientifica come i prodotti della combustione non siano dannosi per l’essere umano (se siete interessati ho reperito la documentazione che però è in lingua originale, inglese e tedesco).

Ma anche questo è un argomento che non voglio approfondire in questo articolo, primo perché non sono uno scienziato, secondo perché voglio parlare di altro… si ok, sempre di legna voglio parlare, ma da un punto di vista strettamente legato alle abitudini dell’utilizzatore.

Fermo restando che, la biomassa andrebbe bruciata in generatori (stufe, caldaie, termo-stufe , termo-camini) ad alto rendimento, quindi di nuova generazione , quello che non tutti sanno è che la fase della combustione dove le emissioni sono più “sporche” sono l’accensione e la fase di brace!!!

In particolare mi e VI vorrei focalizzare sull’ accensione della legna, e chiunque possegga una stufa o un camino, non dovrebbe NON conoscere l’accensione dall’ alto…. cioè? che cosa?


Guarda questo breve video e torna subito qui: 

https://www.youtube.com/watch?v=aaEoxm-cxGM

Con questo metodo di accensione tutti potremmo contribuire a mantenere l’aria più pulita oltre che a facilitarci la fase di accensione, che per molti risulta spesso una gran perdita di tempo.

Un altro punto molto importante e purtroppo da molti sottovalutato è il combustibile utilizzato, LA LEGNA, per essere più precisi, quali caratteristiche dovrebbe avere per bruciare in maniera pulita ed efficiente.

Dico purtroppo perchè ormai dopo 17 anni che entro nelle case dei miei clienti, ancora mi capita di vedere legna stipata in luoghi umidi, chiusi, essicata al massimo 6 mesi, e lasciata asciugare ancora chiusa (ovvero non spaccata).

Questa pratica non è pigrizia e nemmeno ignoranza ma semplicemente cultura, tradizione.

I nostri nonni facevano così, i miei genitori han sempre fatto così, e quindi è giusto che si faccia così.


E’ SBAGLIATO!!! PUNTO!!!

Le regole per una combustione pulita sono poche e semplici e se adottate da tutti potrebbero migliorare in maniera sensazionale le emissioni dei nostri generatori di calore ed aumentarne l’efficacia di riscaldamento:

Bruciare sempre legna asciutta (umidità interna inferiore al 20-25%)

Bruciare sempre legna spaccata (non il tronchetto intero)

Conservare la legna all’ aperto, sollevata da terra, e coperta da una tettoia

La legna DEVE essicare almeno 2 anni. Senza se e senza ma!!!

Utilizzare l’accensione dall’ alto (se non hai visto il video torna un pò più su)

Non bruciare scarti o immondizie nelle stufe
Un vero professionista del settore si preoccupa di dare tutte queste indicazioni, accendendo la stufa o camino in prima persona dopo l’installazione spiegandone tutti i passaggi all’utilizzatore finale, dando consigli sulla corretta accensione, scelta della legna, essicatura ottimale e pezzatura ottimale.

Chi mi conosce sa che mi metto a spaccare la legna in prima persona sul posto nel caso fosse troppo grossa per una corretta accensione.

Un buon servizio di collaudo risolve molti problemi al cliente per quanto riguarda efficienza ed utilizzo della stufa, inoltre si contribuisce insieme a combustioni meno inquinanti per la qualità dell’aria.


Altrettanto importante è la gestione della fase di brace, che come ti dicevo inquina quanto o forse di più della fase di accensione
.

Spesso chi possiede un camino o una stufa a fuoco continuo (non ad accumulo) tende a prolungare (per comodità) la fase di brace chiudendo al minimo le valvole di ingresso aria.
La non corretta miscela tra ossigeno e gas incombusti tende a raffreddare la combustione , strozzare il tiraggio e creare inevitabilmente una grande mole di polveri che regaliamo all’ ambiente, oltre a creare il rischio di monossido di carbonio in casa (nel caso il tiraggio in canna fumaria venisse meno).

Purtroppo la pratica è molto diffusa, soprattutto sui caminetti e le cucine economiche, ovvero sui quei generatori notoriamente VORACI di legna, e che se si spengono generano quel tipico raffreddamento repentino degli ambienti.

Per istinto di sopravvivenza (bisogno di calore), con queste “tecniche sopraffini” che ci ha insegnato il nonno, si cerca di far durare più a lungo la legna che arde nella stufa (o camino)… e questo è deleterio in termini di emissioni.


La fase di brace DEVE essere naturale, ovvero l’ossigeno DEVE poter entrare nella camera di combustione e nutrire il fuoco in maniera adeguata e naturale , questo è quanto!!!

Spero che almeno uno di questi consigli verrà messo in pratica già dalla prossima accensione e con questo vorrei anche dare meno opportunità ai media di terrorizzare chi ha una stufa o ne vorrebbe acquistare una nuova, probabilmente con l’ obiettivo di vendergli più gas.

A presto, e come sempre, un caloroso saluto!

Valerio

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2 commenti

  1. 2 anni di essiccazione è abbastanza generico, ok il tempo ma conta molto il posto è come la legna viene fatta essiccare! Per quanto riguarda l’accensione dall’alto dire che è dal “mezzo” e poi vale solo per l’accensione, in un caminetto quando aggiungo legna molte volte il problema, se così si vuol chiamare, resta lo stesso anche se ho una camera di combustione già bella calda. Un pezzo di legno ben essiccato e ben bruciato inquina esattamente come se lo stesso legno marcisse nel bosco!

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