Equilibrio termico. Il vero colpevole che gonfia le spese per riscaldare la tua casa in inverno.

Siamo tutti d’accordo che il prezzo del Gas sia spropositato in Italia ed anche quest’anno, tanto per rincarare la dose, i nostri amici fornitori di questa preziosa materia prima hanno pensato bene di aumentarne il prezzo… circa il 5%. Tanto sanno che non ne possiamo fare a meno e che nessuno per protesta si lascerà morire di freddo in casa.

Bene… ma non benissimo, anzi male se non malissimo.

Ok, ma il vero problema non è esattamente l’aumento del prezzo del gas, o gasolio o GPL ed ultimamente anche del Pellet. Se fin dal dopoguerra si fosse pensato a costruire abitazioni BEN isolate, anche oggi, con i prezzi dei combustibili alle stelle, si potrebbe spendere una sciocchezza per riscaldare la propria abitazione in maniera confortevole.

Ma come sappiamo, molte delle tecnologie moderne per coibentare gli edifici all’ epoca non erano disponibili ma soprattutto il problema dell’innalzamento della temperatura globale e le tematiche eco-friendly non erano ancora al centro dell’attenzione pubblica e motivo di ricerca da parte degli addetti ai lavori.

Tolto il fatto che negli ultimi anni ci stanno letteralmente derubando (considerando anche il fatto che in bolletta paghiamo più tasse che altro) e che siamo tutti indignati per questo, torno a sottolineare che una casa ben isolata consumerà davvero poco o niente poiché raggiungerà prima l’equilibrio termico!

<<Eh? Cosa? Scusa?>>

<<Che cos’è l’equilibrio termico?>>

Ok ok… facciamo un passo indietro.

L’equilibrio termico all’interno di un edificio si raggiunge quando la temperatura dell’aria ambiente e quella dei muri sono molto simili tra loro se non uguali (esempio: 19/20°C aria – 18/19°C muri).

Per muri intendo muri perimetrali, muri interni, pavimenti, soffitti e perché no aggiungiamoci pure i mobili.

La verità è che il VERO EQUILIBRIO TERMICO non lo si raggiunge praticamente mai!

Ma (c’è sempre un maledetto MA) meno è grande la differenza tra la temperatura dell’aria ambiente e quella delle “parti solide” più confortevole sarà la temperatura dell’abitazione (esempio: 17°C muri – 20°C aria). E non è solamente una questione di comfort; se il mio riscaldamento dovrà coprire una differenza di temperatura più piccola consumerà molto meno.

La rifaccio… al contrario…

Se la differenza di temperatura fra i muri e l’aria ambiente è molto elevata il sistema di riscaldamento consumerà molto (esempio: 12°C muri – 20°C aria), che sia esso alimentato a Metano, GPL, gasolio, Pellet, legna, elettricità o quel che volete.

Perché accade questo?

Prendiamo l’esempio del classico riscaldamento con caldaia a metano e caloriferi in ghisa (il più diffuso in Italia).

La temperatura ambiente viene gestita tramite uno o più termostati e sono loro i colpevoli dell’attivazione della caldaia quando la temperatura dell’aria cala sotto la soglia che abbiamo impostato. L’aria riscaldata si raffredda a contatto con i muri e le finestre poiché essi non hanno la stessa temperatura dell’aria ambiente.

Meno la casa è isolata maggiore sarà questa attività di ACCENDI-SPEGNI della caldaia poiché  l’aria impatterà con i muri freddi, soprattutto nella parte a Nord dell’edificio.

Da non sottovalutare il fatto che in alcuni edifici i pavimenti sono molto molto freddi perché posizionati sopra a cantine, garage o altri luoghi non riscaldati o direttamente esposti al freddo esterno. Anche in questo caso il rapido abbassamento della temperatura in casa sarà dovuto a queste dispersioni termiche e sarà praticamente impossibile raggiungere il tanto agognato Equilibrio Termico.

Bisogna tenere sempre a mente questa legge fisica:

“il caldo si muove sempre in direzione del freddo e mai il contrario”

Invece, se i muri e gli infissi sono ben isolati, l’equilibrio termico tra aria ambiente ed “elementi solidi” sarà molto più facile da raggiungere. Ne consegue che i termostati “scatteranno” meno di frequente consumando molto meno combustibile.


Giusto per toglierci ogni dubbio e per chiarire ancora meglio il concetto, proviamo ora a fare lo stesso esempio  con una stufa a pellet elettronica ventilata.

Diciamo che la teoria è sempre identica. L’aria calda prodotta e messa in circolazione dalla stufa si raffredderà molto velocemente a contatto con i muri e dovrà essere riprodotta quasi immediatamente.

Stesso discorso vale per una stufa a legna convettiva o un camino… anche loro consumeranno ingenti quantità di legname per creare equilibrio termico duraturo nell’abitazione poiché l’aria calda non ha la capacità di riscaldare i solidi (muri, pavimenti ecc.) in profondità.

Potrei continuare a fare esempi con altri sistemi di riscaldamento ad aria ma il risultato sarebbe sempre lo stesso.

Casa ben isolata = equilibrio termico più facile da raggiungere = consumi esigui

Casa mal isolata = equilibrio termico impossibile da raggiungere = consumi elevati


L’irraggiamento e l’equilibrio termico

Molto diversa invece sarebbe la situazione con un sistema ad irraggiamento orizzontale.

Perché ho specificato orizzontale?

Semplice… perché i raggi infrarossi che si propagano orizzontalmente penetrano più efficacemente nei muri che “ovviamente” hanno disposizione verticale. Questo per chiarire subito che un sistema ad irraggiamento verticale (riscaldamento a pavimento o soffitto), al contrario, è decisamente meno efficace per riscaldare i muri e quindi per raggiungere l’equilibrio termico.

Tra i sistemi ad irraggiamento orizzontale possiamo trovare il riscaldamento a parete, i radiatori a bassa temperatura a parete e ….. fatalità, i migliori sistemi ad irraggiamento orizzontale sono proprio le Stufe ad Accumulo… e perché mai?

Primo perché non funzionano a Gas (o elettricità) ma a legna, quindi con una differenza di prezzo per kWh prodotto di quasi il 70%, secondo perché non hanno alcuna dipendenza da fonti di energia esterne (esempio: elettricità ecc..) e quindi totalmente autonome e indipendenti nel loro lavoro di produzione del calore anche in caso di black-out generale.


Stufe ad accumulo ed equilibrio termico

Le stufe ad accumulo, come scritto più e più volte nei miei articoli precedenti, ottimizzano il loro processo di riscaldamento se installate in una zona centrale della casa.

Da questa posizione possono “irraggiare” agevolmente ed efficacemente buona parte dei muri interni ed esterni e quindi alzarne la temperatura oltre che liberarli dall’umidità in eccesso.

Fin dalle prime accensioni autunnali la stufa ad accumulo scarica il proprio calore nelle parti solide dell’abitazione (muri, pavimenti, soffitti ecc) senza necessità di riscaldare l’aria. Questo provoca un lento e graduale riscaldamento della massa dell’edificio che risulterà ben protetto all’arrivo dei primi freddi.

Ovviamente, il raffreddamento più o meno repentino dei muri è, anche in questo caso, dovuto alla struttura della parete (materiale col quale è costruito) e dall’eventuale presenza (o assenza) di isolazione.

Tuttavia, anche nelle case non perfettamente isolate il calore radiante risulta più efficace per raggiungere l’equilibrio termico o quanto meno per ridurre significativamente la differenza di temperatura tra i muri e l’aria ambiente, e quindi i consumi.

Più la casa è isolata, meno potente dovrà essere la stufa per raggiungere l’equilibrio termico. Parlando di stufe ad accumulo per potenza si intende PESO e SUPERFICIE RADIANTE della stessa.

Meno la casa è isolata, più la stufa dovrà avere una massa importante, dovrà essere più grande ed avere più superficie radiante, ovvero essere più potente.

Per concludere, purtroppo ci sono situazioni in cui mi capita di sconsigliare l’installazione di una stufa ad accumulo poiché le dispersioni termiche dell’edificio vincerebbero contro qualsiasi tipo di riscaldamento radiante…

Se volessi approfondire l’argomento ho scritto un articolo al riguardo che puoi leggere qui: 3 casi in cui una stufa ad accumulo NON riuscirà a riscaldare efficacemente la tua abitazione

Raggiungere l’equilibrio termico non è una cosa facile e scontata e, come detto inizialmente, non è quasi mai possibile raggiungerlo in maniera perfetta ma ciò che conta è avvicinarsi a questo equilibrio il più possibile.

Devi sapere che, mediamente, ogni grado IN PIU’ di aria ambiente provoca un aumento nei consumi di ca. l’ 8-9%; per fare un esempio, mantenere una temperatura di 23°C costa ca. il 35% in più rispetto a mantenere la temperatura ambiente a 19°C.


Sperando che questo articolo ti sia stato utile per capire se anche nella tua abitazione una stufa ad accumulo potrebbe portare comfort, risparmio e benessere come lo ha già fatto in migliaia di case italiane (e non solo)…

SE VUOI COMINCIARE AD INFORMARTI MEGLIO E RICEVERE MATERIALE E UN PROGETTO GRATUITI VISITA QUESTA PAGINA

Un caloroso saluto

Valerio Silvestri

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