Stufe a pellet elettriche… una moda [sottosopra] tutta italiana!!

In occasione dell’edizione 2016 di Progetto Fuoco, l’Associazione Italiana Energie Agroforestali AIEL ha reso noti i dati relativi al segmento domestico in Italia nel riscaldamento a biomasse legnose.

  • 6,3 milioni sono i sistemi di riscaldamento a biomasse installati in Italia.
  • Dopo il metano, le biomasse sono la seconda fonte di riscaldamento delle famiglie. Di queste, il 21% e il 4% usano rispettivamente la legna da ardere e il pellet come fonte prevalente.
  • Il 15% delle famiglie che hanno un sistema di riscaldamento a legna o a pellet hanno installato una tecnologia innovativa e altamente efficiente.
  • La legna da ardere rappresenta il 92% della biomassa usata per i riscaldamento domestico.
  • Il pellet è più diffuso al Nord e meno al Centro e nel Mezzogiorno, con l’eccezione di Sardegna e Umbria.
  • 1.600 euro è la spesa energetica media annua delle famiglie italiane di cui la quota principale è rappresentata dal riscaldamento. Il 21% delle famiglie ha fatto degli investimenti per ridurre i costi di riscaldamento.
  • 460.000 sono i sistemi di riscaldamento a biomasse installati annualmente, rappresentando il 26% del totale delle nuove installazioni (1.800.000). Questa percentuale sale al 31% se si considerano gli edifici di nuova costruzione.
  • Le stufe a pellet sono il sistema di riscaldamento a biomasse più venduto in Italia.
  • L’Italia rappresenta oltre il 50% del mercato europeo delle stufe a pellet.
  • In Europa si vendono oltre 1.800.000 apparecchi domestici a legna e pellet all’anno, di cui 35% prodotti da aziende italiane.
  • 470.000 sono gli apparecchi a pellet, il 90% dei quali prodotti da aziende italiane, e oltre 1.330.000 quelli a legna, di cui il 15% prodotti da aziende italiane.

Bene cominciamo!

Ci ho tenuto ad evidenziare gli ultimi punti poiché a mio avviso sono quelli più importanti e che vorrei analizzare… ma leggiamo bene anche i primi.

I primi punti di questa ricerca ci dicono che in Italia ci sono ancora moltissimi apparecchi obsoleti, vecchi e tra cui sicuramente una miriade di caminetti aperti che funzionano a legna (che purtroppo incidono moltissimo sull’inquinamento atmosferico durante il loro funzionamento); altri punti ci dicono invece che la via verso il rinnovamento di questi vecchi sistemi è ormai aperta. E per fortuna!!!

La legna da ardere è ancora molto diffusa proprio per il fatto che la maggior parte delle persone che si riscalda con le biomasse possiede ancora vecchi apparecchi come cucine a legna e caminetti.

Le leggi regionali e nazionali stanno facendo il possibile tramite incentivi di vario genere per convincere gli italiani ad abbandonare questi vecchi e inquinanti sistemi per installarne di nuovi e più performanti, si… proprio così… perché comunque i dati confermano che gli italiani sono interessatissimi a bruciare biomassa per riscaldarsi, per fino chi costruisce una nuova casa.

Il GAS (anche gpl e gasolio) è visto come un brutto male da evitare il più possibile e quando è possibile, e a questo lo stato si deve rassegnare come d’altronde le lobby del gas.

D’altronde siamo anche obbligati a rispettare gli obiettivi che ci siamo posti (e che ci hanno imposto) come nazione in termini di utilizzo di energie rinnovabili, e oltre ai sitemi solari, eolici , geotermici ecc.. soprattutto la biomassa sta facendo da traino in questa importante scalata all’ energia pulita.

Tornando ai dati della ricerca di AIEL si può notare come questa nuova era di installazioni di stufe sta invadendo le case di sitemi innovativi (chiamiamoli così) elettronici tra cui le ormai famosissime e inflazionatissime stufe a pellet.

L’Italia si situa al primo posto in Europa sia come produzione che come installazioni di questi “ventilatori elettrici” funzionanti a biomassa.

Che sia chiaro!!

Non ho nulla contro il pellet come combustibile se effettivamente prodotto da scarti di lavorazione come inizialmente fu concepito (ma non è più così, almeno in Italia).

Ma la mia domanda è questa…

Perché la stufa a pellet elettrica ha avuto così tanto successo in Italia?

Perché non ha avuto e non sta avendo lo stesso successo nel resto d’Europa?

Sarà mica perché noi in Italia siamo sempre più furbi e sgamati mentre tedeschi, francesi, scandinavi ecc.. sono più tonti??

Strano anche il fatto che paesi altamente tecnologici come la Germania (guardiamo solamente il mercato delle auto) non abbiano sposato fin da subito un sistema così intelligente come la stufa elettronica-programmabile a pellet!!!

ORA VI DO LA MIA OPINIONE !!!

In Italia, come si è detto in precedenza, abbiamo ancora moltissimi vecchi camini aperti in funzione come anche vecchie cucine a legna. Nella nostra tradizione il camino ha sempre avuto (e in alcune zone lo ha tutt’ora) una grande valenza estetica e di arredo, soprattutto negli ultimi decenni in cui il riscaldamento è affidato ad altre fonti.

Il Design del caminetto ha conquistato e stimolato la creatività di architetti più o meno famosi !

Si, ok, serviva anche per riscaldare prima dell’avvento dei sistemi di riscaldamento centralizzati a gas e gpl…. ma probabilmente, sia per un fatto di latitudine (e quindi di temperature) sia per un fatto di tradizione, il caminetto (e anche la cucina), negli ultimi decenni non ha avuto la primaria importanza di sopravvivere ai gelidi inverni che invece attanagliano il nord europa da millenni…

Mentre il caminetto è da sempre l’orgoglio del padrone di casa (che accende si e no 5-6 volte in un inverno) la cucina a legna è da sempre lo strumento per la preparazione del cibo della regina della cucina, dove in alcune zone d’Italia è tutt’ora un obbligo “morale” possedere… e ci può stare!

Tutto ciò nei paesi nordici sarebbe pura follia!!

Nei paesi nordici, per esempio la scandinavia, il camino fu abbandonato ancora nel 17esimo secolo, quando ci furono le prime vere “crisi energetiche” (si tagliava più legna di quella che cresceva).

In quei paesi, più che in altri, la legna significava sopravvivenza. Tutti tagliavano la propria legna, tutti bruciavano legna, tutti dovevano assicurarsi la giusta scorta di legna per superare l’inverno. Il caminetto era (e lo è tutt’ora) una fornace a cielo aperto, con rendimenti bassissimi e consumi altissimi. Praticamente inutile!

Proprio in quegli anni nacquero le prime rudimentali stufe ad accumulo poiché la necessità fu quella di “inventarsi” un sistema che consumasse meno legna ma garantisse comunque calore in casa. Queste prime stufe ad accumulo, già allora garantivano un risparmio fino al 50% di combustibile.

Proprio nei paesi nordici nacquero le prime stufe con rendimenti di combustione superiori al 70%, proprio perché i boschi venivano rasi al suolo e la sopravvivenza sarebbe stata rischio! Quando si dice << fare di necessità virtù>>!

In Italia questo problema non l’abbiamo mai vissuto!

I nostri boschi producono DA SEMPRE più di ciò che tagliamo e che utilizziamo per trasformarlo in energia (vedi dati e filmati sul sito di AIEL).

Noi abbiamo saltato a piè pari il processo che negli altri paesi europei invece è durato qualche secolo, ovvero, lo spremersi le meningi sul come utilizzare meglio il combustibile più utilizzato dalla prima comparsa sulla terra dell’uomo. LA LEGNA.

In Italia, anche per motivi normativi (vedi il recente obbligo a doversi modernizzare a tutti costi per questioni di sostenibilità, pena non poter utilizzare il proprio camino d’inverno), siamo stati catapultati nell’era del riscaldamento a biomassa elettrico e programmabile… era nella quale la stufa a pellet ventilata la fa da padrone.

Comoda, economica, programmabile ecc.. ecc.. ecc..

A conferma di ciò che dico e che penso fermamente sta il fatto che nelle province italiane di confine (Alto adige, Belluno, Sondrio, Aosta ecc..), sia per questioni di temperature invernali più rigide ma anche per influenze storiche, questa moda è molto meno sentita, anzi… in alcune valli è proprio la stufa ad accumulo a farla da padrone.

In queste zone, se gli proponi una stufa a pellet elettrica… te la tirano dietro!!!

Insomma, cosa hanno le stufe a pellet elettriche di così affascinante per l’italiano?

Sono sincero, non lo so! E non li capisco….

Spesso mi capita di parlare con persone che ne hanno acquistata una e che la maledicono tutti i giorni che la accendono….

  • fa rumore
  • muove la polvere in casa
  • ogni mattina va aspirata
  • ogni hanno devono chiamare il tecnico
  • si rompe
  • va riprogrammata
  • se non compri il pellet da 5 euro al sacco funziona male

Il fatto è che questa moda è nel pieno del suo splendore…. e temo continuerà ad imperversare ancora per molti anni.

Sinceramente non disdegno l’utilizzo di uno di questi “elettrodomestici” nei casi in cui debba riscaldare dei locali velocemente e dove non si abiti costantemente… sicuramente qualche buon campo di applicazione glielo si potrebbe anche trovare..

… ma spiegare un BOOM del genere di installazioni in civili abitazioni mi riesce davvero difficile… a mio avviso è davvero contro-intuitivo!

Pensare di vivere con un “soffiatore” di aria calda in casa onestamente non mi sembra una grande idea, soprattutto in termini di salute… per non parlare del risparmio quasi inesistente rispetto al gas metano (di più se si parla di gpl o gasolio).

Fortunatamente un’altra buona parte di persone che sta rinnovando o sostituendo i propri impianti a biomassa segue un’altra strada….. e posso testimoniarlo, sempre di più si avvicinano alla mentalità nordica, quella della stufa ad accumulo…

Trattasi di una piccola nicchia… qui in Italia. Persone che non si fermano al primo consiglio, che non seguono le mode… persone alle quali piace documentarsi, che tengono alla loro salute e a quella dei propri cari prima ancora che al portafogli…. e che capiscono che investire in un sistema di riscaldamento salutare ed ecologico è una scelta etica ma soprattutto intelligente.

Alcune di queste persone a volte si avvicinano alla stufa ad accumulo pensando solamente ad una stufa PIU’ BELLA.. ma approfondendo le proprie conoscenze e documentandosi a dovere ne scoprono tutta la filosofia e la storia che si celano dietro questo eccezionale strumento di riscaldamento, se ne innamorano…. e una volta provata la ritengono (anche a distanza di molti anni), il miglior investimento della propria vita.

Insomma… vi ho dato il mio personalissimo punto di vista che per alcuni potrà sembrare obiettivo e per altri di parte…. quel che è certo, che se esiste qualche spiegazione valida del perché SOLO in Italia la stufa a pellet sia così sopravvalutata…. beh… vi prego… SPIEGATEMELO!!!

Come sempre un caloroso saluto!

Valerio

PS:

Se anche tu fai parte di quella nicchia di persone intelligente e visionaria (in Italia, non nel resto d’Europa) a cui piace andare contro corrente e contro le mode…. beh… c’è solo un modo per farlo:

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2 commenti

  1. dopo le stufe pesanti in refrattario pietra lavica possono essere equivalenti le stufe in carburo di silicio che sono più leggere ?devo metterla su pavimento in legno flottante con fondo in cartongesso compresso casa in legno Rubner residenza

    Piace a 1 persona

    1. Salve,
      di base vale sempre la stessa regola:

      Peso=autonomia di calore a fuoco spento

      Stufe dai 1000 kg in su Le possono garantire accumulo oltre le 24 ore, soprattutto in case isolate.

      Stufe più leggere possono sicuramente essere efficaci ma non in termini di accumulo e irraggiamento anche dopo 15/20 ore dallo spegnimento.

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