Il fuoco è da millenni compagno di vita per l’uomo.
Il fuoco prodotto dalla legna che arde ha da sempre aiutato l’ uomo a riscaldarsi, a proteggersi ed a cucinare e solamente negli ultimi decenni abbiamo imparato a controllarlo rendendolo sempre più efficiente e funzionale alla vita quotidiana.
Sicuramente le nuove tecnologie hanno reso marginale l’uso del fuoco per riscaldare le case, soprattutto nei grandi centri abitati, nelle metropoli ecc. ma, ci sono ancora migliaia di persone che prediligono questo sistema, forse perché la fiamma in se è un qualcosa che il nostro cervello rettile sente come necessario alla sopravvivenza e per questo i nostri sensi ed il nostro inconscio vengono sempre appagati dalla visione e dalla esposizione alla sua fiamma.
Quante volte ho sentito questa frase: “eh.. ma il caldo della legna è differente”, pur parlando con persone che non stavano morendo di freddo nella loro casa, pur parlando con persone che avevano appena costruito la loro casa nuova di zecca con un “praticissimo” riscaldamento a pavimento (se non si è capito è ironico, e più avanti ti spiegherò perché… magari in un altro articolo…).
Ma come l’uomo delle caverne o l’uomo del medioevo anche oggi le persone che non hanno una conoscenza profonda del settore stufe e caminetti, vede nel fuoco oltre ad un alleato un lavoro. Un duro lavoro…. e spesso accantona l’idea di acquistare una stufa o un camino, e magari si fa ingolosire dalle più comode tecnologie elettroniche e programmabili come le stufe “ventilatrici” a pellet.
Si, spesso (anzi quasi sempre) la gente è convinta, e giustamente visto che non si può nascere imparati, che riscaldarsi con la legna voglia dire prepararsi a passare l’inverno con i ciocchi di legna in mano, dover continuare a caricare il proprio camino o stufa per tutto il giorno, ed alzarsi presto la mattina sperando di trovare ancora qualche brace accesa per poterlo rianimare…. ma spesso “il paziente è morto”… !
Ho parlato con persone che bruciavano anche 100 quintali di legna ad inverno, e a malincuore stavano pensando di rinunciare a questa meraviglia della natura, ignorando (ma più probabilmente non sapendo) che, l’ homo sapiens qualche millennio di anni fa aveva già inventato le primissime rudimentali stufe ad accumulo.
Si è così!
La stufa ad accumulo di calore si pensa risalga a qualche millennio di anni fa.
Qualche popolo primitivo del sud-america aveva già concepito con centinaia di anni di anticipo ciò che l’uomo moderno avrebbe sviluppato poi esaltandone l’eccellenza, sia nella praticità, sia nei materiali utilizzati per costruirle, sia nei consumi ma soprattutto nella salubrità del riscaldamento.
Le primissime stufe ad accumulo funzionavano sì con molta legna, ma garantivano calore per lungo tempo anche durante la notte, quando inevitabilmente il fuoco si sarebbe spento o affievolito.
Queste rudimentali stufe non erano altro che delle lunghe panche in argilla, che fiancheggiavano i muri perimetrali dell’abitazione all’interno delle quali circolavano i fumi provenienti dalla camera di combustione principale e al termine del percorso sfociavano all’esterno dell’abitazione.
Durante i rigidi inverni questa massa di argilla calda permetteva di stare sempre al caldo, in ogni angolo dell’abitazione , di dormirci sopra e di creare un clima confortevole e salubre. Per l’uomo primitivo era come godersi i primi raggi di sole primaverili, la sensazione era la stessa. E ti assicuro che lo è tutto’ ora!
Ma soprattutto questa esigenza nasceva dal fatto che la legna, allora come oggi, era un bene prezioso, faticoso da procurarsi e necessariamente da ottimizzare nei consumi.
Proprio i consumi di legname per il riscaldamento indussero gli abitanti dei paesi del nord europa a sviluppare ingegnose stufe ad accumulo in refrattario o pietra ollare già nel 17esimo secolo, poiché i lunghi inverni nordici causavano uno sterminio di alberi abbattuti per bruciarli nei grandi camini tanto da causare forse la prima vera crisi energetica dalla nascita dell’uomo…
Già!! Tutta la legna bruciata nei camini utile a riscaldarsi durante i gelidi e bui inverni nordici minacciava il ciclo naturale di crescita e abbattimento delle piante in paesi come Svezia , Norvegia e Finlandia.
Lo sviluppo della stufa ad accumulo in questi paesi fu una vera e propria invenzione per la lotta alla sopravvivenza.
Purtroppo, nelle latitudini più miti come l’ Italia questa esigenza non fu così sentita. Al contrario si rafforzò l’uso tradizionale del classico camino aperto e ne divento’ addirittura complemento per decorare ed abbellire le case, con imponenti strutture scolpite in marmo o granito, nonostante l’avvento dei moderni riscaldamenti centralizzati.
Per fortuna, non per motivi di clima ma per motivi di emissione di polveri, negli ultimi anni questa tradizione sta per essere lentamente sorpassata e messa al bando dalle normative sull’ ecosostenibilità, lasciando spazio a tecnologie più ecologiche ma non così spesso pratiche, intelligenti e salubri per la nostra salute.
In Italia, la patria del caminetto, la stufa ad accumulo è ancora poco conosciuta poiché le moderne stufe a fuoco continuo e le iper-tecnologiche stufe a pellet elettroniche hanno letteralmente invaso il mercato. Il design la fa da padrone a discapito dei consumi, praticità, comfort e salute; proprio perché la nostra concezione primordiale è ancora quella del… “se vedo il fuoco ho caldo, se non lo vedo ho freddo…”
Come l’uomo delle caverne alcuni pensano ancora che:
legna accesa = calore… legna spenta = pericolo tra poco si gela
Oggi c’è ancora chi è disposto ad acquistare una stufa o camino che gli regalerà innumerevoli ore di lavoro e quantitativi enormi di legname bruciato.
Proprio in un paese come l’ Italia dove gli inverni hanno durata e temperature “normali”, proprio qui, una stufa ad accumulo potrebbe e dovrebbe essere la soluzione ideale per poter riscaldare quasi esclusivamente con la legna un intera abitazione e con il minimo dispendio di energie e combustibile.
Fai in modo di diventare tu il padrone della tua stufa, e non la stufa a renderti il suo schiavo!!
Se vuoi avere qualche altro buono motivo per scegliere una stufa ad accumulo invece che una stufa “a fuoco continuo” e convettiva leggi anche questo articolo
Stufe a irraggiamento VS Stufe a convezione, la sfida del secolo
Come sempre, un caloroso saluto
Valerio
SE VUOI SAPERNE DI PIU’ VISITA QUESTA PAGINA E RICHIEDI MATERIALE E PROGETTO GRATUITI